sabato 6 settembre 2008

Precarie di un call center licenziate si mettono all’asta su "You tube"

di Mariangela Maturi
Il Manifesto del 02/09/2008

Undici lavoratrici inventano un’originale forma di protesta contro il decreto che ha permesso all’Asl di mandarle a casa. Undici donne, undici storie diverse. E una cosa in comune, il lavoro precario e la crudeltà di un licenziamento senza preavviso che implica difficoltà per il mutuo, dolorose preoccupazioni, problemi a mantenersi e a mantenere i proprio figli.

La vicenda della dipendenti del call center di prenotazione dell’ospedale di Legnano (Milano) purtroppo è simile a molte altre storie legate al precariato. Ma questa volte le lavoratrici si sono inventatate una forma di protesta nuova: mettono all’asta loro stesse, il loro cervello, le loro capacità e anche i loro corpi. «Potevamo dividerci e andare a raccontare le nostre storie personali in giro, invece abbiamo fatto la scelta di restare unite».

Si sono esposte in prima persona, hanno fatto un video di protesta e si sono messe all’asta su internet: «E’ una provocazione, a questo punto vendiamo anche il nostro corpo pezzo per pezzo». Nel video, che gira su «you tube», si vedono loro in ufficio, zitte, ciascuna porta in mano un cartello: «No allo sfruttamento dei precari», oppure «ci mettiamo all’asta in cambio di un posto di lavoro».

L’età media di queste undici donne è trentacinque anni, c’è quella giovane e impegnata, quella madre single, quella che viene già da altre storie di esuberi aziendali. Lavoravano per il call center della Asl 1, che raccoglie 4 ospedali e un bacino di utenza di un milione di persone; nessuna di loro si è mai assentata per false malattie e il loro lavoro lo conoscevano bene, qualificate e preparate anche all’uso di sistemi informatici. Il call center, raccontano, è nato con loro sei anni fa; dopo i primi tre anni «ci avevano ventilato un’ipotesi di stabilizzazione contrattuale, poi hanno scelto di rinnovare per soli tre anni.

Solo ora ci rendiamo conto della nostra ingenuità». La politica del governo sul precariato ha affossato le ultime speranze: il decreto Brunetta prevede che per i lavoratori impiegati per più di tre anni in un quinquennio non ci sia il rinnovo di questo tipo di contratto. E a quel punto, l’Asl ha deciso di aderire al centro prenotazioni unico per le visite e chiudere il call center dell’ospedale. Il 27 agosto, cioè quattro giorni prima di mandarle a casa, è stato comunicato che «il contratto era considerato risolto». Senza preavviso, senza temporeggiare per agevolarle nella ricerca di un altro lavoro.

Senza considerare che il loro ruolo poteva essere positivo: «La nostra presenza poteva aiutare l’utenza locale». Forti della loro coesione, le lavoratrici non si sono arrese, e hanno raccontato con fantasia la loro storia. Nel frattempo i sindacati di base sta cercando di aiutarle, pur con le mani legate: ogni anno tutti i dipendenti dell’ospedale donano un’ora del loro lavoro ad associazioni (come Emergency o Medici senza Frontiere), quest’anno il ricavato dell’iniziativa andrà alle donne licenziate.

La solidarietà purtroppo non basta, ma di certo aiuta. «Il problema è che con la politica di Formigoni sulla sanità pubblica il destino di molti lavoratori sarà identico al nostro. Noi siamo solo le prime». La loro iniziativa, per quanto clamore faccia, forse servirà a fare un po’ di pressione: «Ci hanno detto che sta succedendo la stessa caso al call center di Melegnano, speriamo di far muovere qualcosa». Lo meriterebbero, almeno per la fantiasia e l’intrapredenza che hanno dimostrato. E poi li chiamano fannulloni.

6 commenti:

Precari in Linea ha detto...

da www.aduc.it

U.E. - GERMANIA
Deutsche Telekom chiude 40 call center
(coinvolti 8 mila lavoratori)

5 Settembre 2008

Deutsche Telekom (Dt) nei giorni scorsi ha annunciato la decisione del colosso di chiudere una quarantina di call center sul territorio nazionale. Il previsto drastico ridimensionamento dei call center, che avverra' nei prossimi due anni, interessera' circa 8mila dipendenti. Questi, non solo saranno costretti a cambiare lavoro all'interno della Dt, ma in molti dovranno anche cambiare citta' per non perdere il posto.
Grazie a questo piano, la Dt prevede di risparmiare circa 57 milioni di euro l'anno, ma i sindacati sono pronti a dare battaglia.

Precari in Linea ha detto...

Tlc: Uilcom, in call center opportuna gradualita' in delibera Garante privacy

Roma, 3 set. - (Adnkronos) - Le decisioni ''legittime'' del Garante della Privacy sul divieto di utilizzo delle banche dati per l'attivita' di marketing, ha aperto una pericolosa falla nel settore dei Call Center. A denunciarlo e' la Uilcom che in una nota spiega che le organizzazioni sindacali di categoria sono continuamente investite di richieste di chiarimenti ad opera di centinaia di lavoratori che, informati dalle rispettive Aziende circa il divieto a contattare gli utenti senza il preventivo consenso di utilizzo dei dati personali, manifestano la loro preoccupazione per il loro posto di lavoro.

La Uilcom, ''pur ritenendo ineccepibile la delibera dell'Autorita', ritiene necessario che l'avvio del provvedimento debba avere una gradualita' al fine di consentire l'aggiornamento delle nuove banche dati che dispongano del consenso degli utenti invitando le Aziende di tlc (Wind, Fastweb, Sky, Tiscali) a dare seguito all'invito mettendosi in regola come gia' richiesto dall'Agcom e, nel contempo, a garantire volumi di attivita' inbound a sostegno dell'occupazione''.

''Tale flessibilita' nell'applicazione della normativa - si legge nella nota - consentirebbe la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro in un settore di forte precarizzazione''. Un momento di confronto sulle ricadute del provvedimento potrebbe essere, conclude la Uilcom, l'incontro chiesto dai sindacati al ministero del Lavoro nell'ambito della manifestazione a Roma prevista per il 19 settembre contro la precarieta'.

Precari in Linea ha detto...

Precarinlinea riceve e pubblica:

Mi chiamo Anna Maria Dinolfo, ho 35 anni, sono una donna siciliana… Molte donne non sanno cosa significhi – in ambito lavorativo - essere donna in Sicilia… io si… Per anni dopo il diploma ho cercato “un lavoro vero”… dopo innumerevoli “lavoretti per arrangiarmi” ho avuto la fortuna (quale espressione migliore!) di conoscere un’altra realtà.
Da 10 anni sono dipendente di Radio Call Service srl o forse dovrei dire ERO…
Si. Ero. Dopo 25 anni l’Azienda cessa l’attività e conseguentemente colloca i suoi lavoratori in mobilità. Tutto questo accade qui, nel Sud, in Sicilia, a Palermo ed a Gliaca di Piraino dove i tassi di disoccupazione raggiungono già livelli altissimi… Dopo 25 anni di lavoro, di formazione, di professionalità, di qualità (Radio Call è azienda certificata)… tutto si dissolve come in una bolla di sapone…
Il sig Giuseppe Pizzino è venuto a Palermo a comunicarlo di persona il 17 Luglio. Ai colleghi di Gliaca di Piraino lo ha comunicato de visu il 16. Ai colleghi della camiceria Castello il 18…
Le aziende che affondano sono 3.
2 appartengono al settore delle Telecomunicazioni:
1) Radio Call Service srl con sede legale/operativa in Gliaca di Piraino e con sede operativa in Palermo;
2) Call Center Italia srl, azienda “figlia” di Radio Call, interdipendente sia operativamente che amministrativamente.
Queste 2 aziende hanno garantito il pane a 61 dipendenti, quasi tutte donne, nella maggior parte dei casi appartenenti a nuclei familiari monoreddito… Da giorno 1 saranno 61 famiglie in mezzo alla strada… anche perché attendono di percepire lo stipendio di Febbraio…
L’altra appartiene al settore tessile.Camiceria Castello: fabbrica che produce il marchio “Castello” ed alla quale sono affidate commesse da importanti marchi nazionali. Circa 170 dipendenti, soprattutto donne, soprattutto madri… più un altissimo numero di dipendenti della catena di negozi, conosciuta a livello internazionale (www.camiciacastello.com), che si occupa della vendita diretta, strategia che offre alla clientela prodotti italiani di buona qualità ad un prezzo più basso... Questi ultimi sono condannati ad una lenta agonia; andranno a casa tra un anno dopo aver promosso la nuova collezione già prodotta…
Queste aziende lavorano bene, sono gestite da un imprenditore “illuminato” eppure sono in crisi…
Cosa ci succederà non possiamo saperlo… Sappiamo con certezza perché sta succedendo tutto questo… Il sig Pizzino lo ha spiegato quel 17 luglio guardandoci negli occhi e consegnandoci una lettera (in allegato)…
La nostra situazione ha assunto grandi dimensioni; è all’attenzione di personalità politiche, sindacati, funzionari di Enti pubblici, media…
Basterebbero 2 milioni di euro per salvare le nostre famiglie e non danneggiare ulteriormente un’economia già fragile di suo come quella siciliana…
Il 24 Luglio alle ore 18.00 presso l’Assessorato al Lavoro di Palermo, sede di via Imperatore Federico, ha avuto luogo un incontro tra l’Assessore al Lavoro della Regione Sicilia, Carmelo Incardona, i vertici delle Aziende del Gruppo Pizzino, i lavoratori, i Sindacati ed alcuni rappresentanti del Parlamento italiano…
Tutti i presenti hanno manifestato la loro volontà ad impegnarsi per risollevare le sorti delle aziende. I Sindacati hanno chiesto la revoca della procedura di licenziamento collettivo fino a quando non sarà stabilita una linea precisa. Obbligatorio un plauso alle capacità di analisi pro-problem solving del Responsabile alla Task Force per l’Occupazione della Regione Sicilia che ha preso in considerazione diverse strategie che vanno dalla mediazione con Serit all’amministrazione straordinaria.
Fino a questo momento NULLA DI FATTO.
Nei prossimi giorni sono previsti altri incontri tra l’Unità di Crisi e la Proprietà. Il nostro futuro è nelle loro mani. Aiutate, per favore, la gente che vuole lavorare davvero; aiutate soprattutto donne che in queste aziende hanno avuto la loro “pari opportunità”…

Anna Maria Dinolfo

Precari in Linea ha detto...

Precarinlinea riceve e pubblica:

Subject : Lettera aperta al Sindaco di Palermo

Caro Sindaco,
forse non hai saputo quello che sta accadendo... diversavente siamo certe che saresti intervenuto in prima persona come stanno facendo il Sindaco di Piraino, il Sindaco di Brolo, i Sindaci dell'area Nebroidea...
Fa' sentire la Tua voce per i Tuoi cittadini, vittime di questa crisi.
Le Lavoratrici di Radio Call Service - Palermo

Precari in Linea ha detto...

LE DIPENDENTI DI RADIO CALL CONTRO L'ASSISTENZIALISMO PER DIFENDERE IL LORO LAVORO CON UNO "SCIOPERO AL CONTRARIO"

Il 31 Luglio è stato il nostro ultimo giorno di lavoro.
Dall'1 Agosto, però, le ragazze di Radio Call Service e Call Center Italia, come ogni giorno da 25 anni, risponderanno al telefono con il solito "Buon giorno, sono... in cosa posso essere utile?".
Noi siamo "utili" a tutti quegli utenti - e sono migliaia - che ogni giorno fruiscono dei servizi dei Clienti che hanno affidato a Radio Call e a Call Center Italia la gestione del loro front-office.
I "nostri" clienti.
Noi non li abbandoniamo.
Noi non molliamo...
Insomma! Siamo dipendenti che lavorano, che producono.
Allora perchè dobbiamo andare a casa?
Noi continueremo a lavorare.
Non vogliamo essere figli dell'assistenzialismo. Vogliamo fortemente vivere del nostro lavoro.
E' un nostro diritto, lo dice anche l'art. 1 della Costituzione.
Stiamo facendo un investimento importante a garanzia del nostro futuro e di quello delle nostre famiglie.
Se non fossimo al verde, investiremmo in denaro; invece investiamo ciò che di più prezioso possediamo: il nostro tempo e la professionalità acquisita in tanti anni.
Lo facciamo con la certezza che lo Stato non può abbandonarci!
Questo è il nostro contributo a sostegno delle azioni intraprese che rischiano di non raggiungere l'obiettivo per mancanza di tempo.
Ringraziamo quanti si stanno impegnando ed attendiamo fiduciose i risultati del Dossier aperto dall'Unione Europea; il risultato dell'interrogazione a risposta scritta al ministro del Welfare da parte capogruppo dell'Mpa a Montecitorio (1); l'esito dell'esortazione ai Parlamentari del segretario regionale dei Comunisti Italiani (2); le soluzioni promesse dall'Assessore regionale al Lavoro e dal Responsabile della Task Force per l'Occupazione; i risvolti dell'impegno profuso dai Sindaci e dalle Personalità dell'area nebroidea e di quanti hanno manifestato la loro solidarietà.
Abbiamo istituito un indirizzo di posta elettronica alla quale chiunque lo desideri può scriverci: leragazzediradiocall@libero.it.
Ai media che ci sostengono, va la nostra infinita gratitudine non solo per la disponibilità ma anche per l'umanità con la quale hanno “trattato” il nostro "caso".
A tutti diciamo: aiutateci! ... ma fate presto! Non c'è più tempo. Noi domani risponderemo al telefono "con un sorriso" anche per Voi.

Con preghiera di pubblicazione
Anna Maria Dinolfo

Anonimo ha detto...
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