
La Repubblica, 24 ottobre 2008
Per un anno gli ispettori della Direzione regionale del lavoro hanno visitato i call center di tutta la Lombardia. Per scoprire che sulle 107 realtà presenti, 42 avevano già da tempo lavoratori subordinati, 18 avevano aderito alle facilitazioni della circolare Damiano, trasformando 1.773 finti collaboratori a progetto in lavoratori subordinati, in altri 47 call center non vi era stata alcuna stabilizzazione. Per i regolarizzati, significa aver diritto a un lavoro stabile che rende più difficile il licenziamento, allo stipendio fisso e a contributi pensionistici più alti, alle ferie e alla maternità.
Coppie di ispettori hanno trascorso 225 giornate ispettive in un anno nei call center della regione, concludendo l´istruttoria in 29 aziende - tra queste, anche la Mastercom di Assago - e accertando 785 posizioni lavorative irregolari, due milioni di contributi arretrati da recuperare, 665mila euro di illeciti. Negli altri 18, l´Ispettorato sta portando avanti gli accertamenti. «Per 785 lavoratori questi diritti sono stati riconosciuti - spiega Andrea Rapacciuolo, responsabile della Vigilanza ordinaria della Direzione regionale del lavoro - le aziende però non ottemperano alle nostre decisioni, ma preferiscono fare ricorso. Anche se devono regolarizzare un solo dipendente».
Ed è così che i diritti restano virtuali, un miraggio che solo tra tre o quattro anni un giudice civile riconoscerà. «Prima di partire con i controlli siamo stati in tutte le aziende, fino ad aprile 2007, a spiegare le nuove norme - spiega l´ispettrice Gilda Guerriero, che si divide tra call center e cantieri edili, tra colletti bianchi e magut bresciani - Poi sono iniziate le ispezioni. Parliamo con i vertici dell´azienda, poi singolarmente con tutti i lavoratori, senza bloccare in nessun modo l´attività dell´impresa». E ricorda quando, in un´azienda alla periferia sud della città la sua squadra di ispettore trovò in call center il 95 per cento di co.co.pro. «Lì abbiamo riqualificato 76 persone - spiega Guerriero - una realtà tremenda. Dicevano che erano tutti autonomi, ma avevano gli "script" dell´azienda con le risposte da dare, i turni, gli orari, gli obiettivi quotidiani. Non c´era nulla di autonomo».
Qui e altrove, tante storie identiche: giovani madri che perdevano i soldi per uscire prima e andare a prendere i bimbi all´asilo, ragazzi sanzionati per un ritardo alla macchinetta del caffè, quarantenni che lavoravano lì da oltre dieci anni. Sempre a progetto.
3 commenti:
avete letto ieri sui giornali?
Tiscali taglia posti di lavoro!!
non sapevo che il blog fosse a scopo di lucro.
viva autolocatelli!
viva la dodge!
Hai ragione, ma mentre postavo l'articolo, non sono riuscito a togliere quella cazzo di pubblicità!
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