sabato 12 dicembre 2009

BOOM DEI CALL CENTER ESTERI: CHIAMI DA ROMA E TI RISPONDE TIRANA O BUCAREST



LE SOCIETA’ ITALIANE DI TELEFONIA STANNO SPOSTANDO ALL’ESTERO UNA FETTA DI CALL CENTER, TRA ALBANIA, ROMANIA, TUNISIA E ARGENTINA…. SARANNO 4.000 I LAVORATORI ITALIANI IN MENO: ALL’ESTERO COSTERANNO LA META’….CI SONO I CLIENTI DI SERIE A CHE PARLANO CON UN CALL CENTER ITALIANO, QUELLI DI SERIE B DIROTTATI ALL’ESTERO

Ormai capita spesso: chiami da Torino, Roma o Catania e ti rispondono da Tirana o da Bucarest.Le società di telefonia e in parte anche le Tv italiane stanno dirottando all’estero una gran fetta dei call center, dislocandoli in Albania, Romania, Tunisia e Argentina.Wind ha già 400 lavoratori all’estero, Telecom 600, la “3″ 200, Fastweb 50 e anche Sky ha operatori in Albania.Le previsoni parlano di un passaggio a breve da 1.500 a 4.000 operatori telefonici impiegati all’estero, a scapito dei call center italiani e di migliaia di giovani che almeno sopravvivevano pur con stipendi miseri.La crisi porta le aziende telefoniche a creare posti di lavoro all’estero dove la manodopera costa la metà, il tutto senza che il nostro governo intervenga.Ci sono poi altri risvolti, oltre quelli occupazionali, che riguardano il servizio alla clientela.Perchè sta emergendo un fatto anomalo.Se a chiamare è un cliente che spende tanto, il numero viene dirottato a un call center di serie A, ovvero in Italia, con personale più pronto e qualificato. Quando a chiamare invece è un cliente che spende poco e che fa poche telefonate, viene instradato verso un call center estero, dove operano lavoratori volenterosi, che parlano un discreto italiano, ma che offrono un servizio più scadente.La H3g, ad esempio, quella dei telefonini “3″ per capirci, ha un sistema a stellette come gli alberghi: lo giustificano ritenendo legittimo fornire un servizio migliore ai clienti più assidui.Chi non cerca un rapporto stabile e usa poco la “3″ finisce per parlare con un romeno, insomma.Telecom fa lo stesso, ma si giustifica sostenendo che il servizio è appaltato a società esterne e se una di queste apre un call center in Tunisia o in Albania, non è una cosa che li riguardi.I sindacati ora però intendono interpellare il Garante della privacy, in quanto i dati privati finiscono automaticamente in altri Paesi e accade che ora dall’estero certe utenze italiane siano chiamate per proporre l’acquisto di prodotti italiani.Chi ha fornito a questi “venditori telefonici” i nostri numeri?Di questo passo non esisterà più alcuna tutela e avremo un telefono che sarà fatto squillare in continuazione da ogni angolo delle Terra?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Davvero scandaloso! Poi chiami in un call center per assistenza e neanche sanno parlare bene l'italiano! La colpa è tutta nostra: d'accordo è difficile non usare più il telefono di casa e boicottare la Telecom, ma di Sky se ne può fare tranquillamente a meno e magari andare allo stadio a vedere le partite, almeno si danno soldi agli italiani che ci lavorano ed è anche più bello vedere una partita dal vivo!