domenica 29 novembre 2009

Call center in crisi, nessuno risponde




Hanno fatto manifestazioni, sono saliti sui tetti, si sono incatenati in centro a Roma. Sono in novemila e hanno capito che poco alla volta verranno licenziati tutti. Sono i lavoratori del gruppo Agile, ex Eutelia, e fanno proprio quel lavoro che abbiamo vito nel film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti”: lavorano al call center. Ma fino a quando? Come altri, anche questo è un settore in crisi. Quelli del call center non sono tute blu, non lavorano nell’economia reale. Ma sono circa 80mila in tutta Italia, di cui quasi la metà precari e per l’80% donne. Sono sparsi in 200 aziende, di cui la metà al Nord (anche se è nel Mezzogiorno che i numeri sono cresciuti di più nelle ultime due stagioni). Non hanno fatto in tempo a essere regolarizzati (un accordo tra l’ex ministro Damiano e l’associazione di categoria Assocontact ha trasformato 45mila contratti in tempo determinato solo due anni fa) che ora si ritrovano in mezzo alla strada. Assocontact ha lanciato un allarme molto serio: ”Il settore è a rischio sopravvivenza”. E chiederà al governo incentivi. Del resto, se li danno ai lavoratori dell’auto perché non ai centralinisti? Sempre che qualcuno risponda alla chiamata.

lunedì 2 novembre 2009

TLC: SLC-CGIL “NUOVO MODELLO CONTRATTUALE NON E’ PASSATO”


ROMA (ITALPRESS) - “Il nuovo modello contrattuale, al di la’ dei tentativi goffi di Cisl e Confindustria e dei loro uffici stampa, non e’ passato”. Cosi’ Alessandro Genovesi, segretario nazionale di Slc_cgil, dopo che venerdi’ scorso e’ stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale delle Tlc.“La funzione del contratto di ‘garantire la certezza e l’uniformita’ dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori ovunque impiegati nel territorio nazionale’ e’ stata rafforzata, cosi’ come la non derogabilita’ a livello aziendale delle ‘materie e istituti gia’ negoziati al primo livello’. La contro piattaforma di Asstel che chiedeva deroghe su orari, pause, inquadramento e mercato del lavoro e’ stata respinta.Poiche’ il nuovo modello contrattuale si basava proprio sul superamento del Ccnl e’ del tutto evidente che, propaganda a parte, politicamente il successo della Cgil e’ innegabile. Il rinnovo - continua Genovesi - e’ un rinnovo pulito in ogni sua parte. Non solo per quanto riguarda il rapporto tra le fonti contrattuali, ma anche per gli enti bilaterali”.“Avanzamenti significativi vanno registrati inoltre sul part-time sia in termini normativi che economici e sull’apprendistato. Sono state migliorate le norme sulle 150 ore e sui permessi esame ed e’ stata portata dal 2^ al 3^ giorno di malattia la franchigia per il certificato medico. E’ stata fatta chiarezza sull’inquadramento iniziale degli addetti al call center. Una norma chiara che da oggi rendera’ piu’ agevole la battaglia sindacale contro le imprese piu’ scorrette”.

TLC: SLC-CGIL “NUOVO MODELLO CONTRATTUALE NON E’ PASSATO”-2-
“Per quanto riguarda infine gli aumenti salariali - sottolinea Genovesi - si esce a regime con 129 euro di aumento e una tantum di 585 euro, tutto al parametro del 5^ livello. L’aumento a regime dei minimi e’ del 7,6%. In base al nuovo modello firmato il 15 aprile 2009 l’aumento avrebbe dovuto essere di 117 euro pari cioe’ al 6,7%. Vi sono cioe’ aumenti superiori, dovuti proprio alla posizione della Cgil per cui l’inflazione va recuperata tutta, perche’ gli aumenti di benzina e riscaldamento i lavoratori li pagano e - quindi - i loro salari devono essere tutelati anche da questo tipo di inflazione.Politicamente - conclude la Slc-Cgil - l’accordo e’ importante: perche’ giunge unitario dopo la presentazione di tre piattaforme separate; perche’ copre l’intera filiera Ict e guarda tanto alle figure deboli che alla parte alta del settore. Perche’ soprattutto difende il Ccnl, la sua funzione solidaristica e regolatoria e rilancia quindi la funzione sindacale della Cgil. Ora la parola passera’ ai lavoratori che voteranno l’ipotesi, secondo la migliore tradizione democratica e partecipativa che ha visto la Cgil far votare sempre i lavoratori: quando e’ stata presentata la piattaforma e ora con l’ipotesi di accordo”.