lunedì 22 febbraio 2010

12 marzo: sciopero generale CGIL, in piazza per 'Lavoro, Fisco e Cittadinanza'

Tutti i lavoratori pubblici e privati saranno chiamati a scioperare per 4 ore, organizzate manifestazioni in tutte le piazze
18/02/2010

Il Governo nega la crisi e promette che nessuno “verrà lasciato indietro”. Intanto cresce la disoccupazione, si licenziano i precari della scuola e della pubblica amministrazione, si moltiplicano le vertenze sull'occupazione e le risposte continuano a non essere date. La prima richiesta della CGIL al Governo, a Confindustria e a tutte le imprese è fermare i licenziamenti. E' necessario garantire la prosecuzione della CIG in deroga, raddoppiare la durata dell'indennità di disoccupazione e aumentare i massimali CIG, sostenere il reddito e prevedere gli ammortizzatori sociali per i precari. E' necessario affrontare le vertenze impedire la chiusura delle aziende, definire strumenti di politica industriale, avviare subito un piano per la ricerca e un piano per il Mezzogiorno. Una risposta immediata della CGIL è una prima restituzione di 500 euro per il 2010 di quanto già lavoratori e pensionati hanno pagato in più.E' necessario ridurre le tasse per lavoratori e pensionati, attraverso la lotta all'evasione e all'elusione fiscale, la tassazione come in Europa delle rendite finanziare, dei grandi patrimoni e delle stock option, attraverso l'abbassamento della prima aliquota al 20 %.E' necessario costruire un futuro per il Paese attraverso politiche di accoglienza e lotta alle nuove schiavitù. Fondamentale è la regolarizzazione dei migranti che lavorano, la sospensione della Bossi-Fini per i migranti in cerca di rioccupazione, abolire il reato di clandestinità, riconoscendo la cittadinanza alla nascita nel nostro Paese, estendere l'art. 18 del Testo Unico sull'immigrazione equiparando il reato di caporalato a quello di tratta sugli esseri umani.

Misteri e fallimenti dall'Agile all'Omega - Il disastro nel settore dei call center


di Salvatore Mannironi


Istanze di fallimento, inchieste delle procure, passaggi di proprietà fittizidietro, le macerie con migliaia di lavoratori licenziati o senza stipendio da mesi Nei casi Phonemedia, ex Eutelia e Omnia si ritrovano in azione gli stessi manager. Spesso i veri proprietari sono fantasmi, nascosti in fondi inglesi intestati a prestanomeBologna, una delle tante manifestazioni dei lavoratori Phonemedia passati al gruppo Omega e senza stipendio da mesi. Cosa hanno in comune Phonemedia, Omnia network ed Agile-ex Eutelia? Nel settore dell'information technology e dei contact center, queste tre sigle sono l'esempio evidente di come i lavoratori siano gli unici a pagare il prezzo salatissimo della crisi. In tutti e tre i casi, dipendenti e sindacato hanno avviato azioni legali per ottenere il commissariamento e l'amministrazione straordinaria. In tutti e tre i casi la vicenda è diventata oggetto di esposti alla magistratura e inchieste penali.In tutti e tre i casi, tra proprietari, dirigenti ed amministratori, ritornano gli stessi manager-soci che entrano ed escono dalle cariche societarie in un gioco di ruolo il cui unico obiettivo sembra essere quello di alleggerire alcune aziende dei debiti e della spesa del personale, scaricando tutti gli oneri su "acquirenti" che a loro volta si occupano poi del lavoro sporco: chiedere (quando va bene) la cassa integrazione in deroga o avviare licenziamenti di massa, salvare la liquidità anche bloccando gli stipendi o non versando i contributi previdenziali. Che qualcosa di strano ci sia dietro queste operazioni sono gli organi di controllo a dirlo, dalla Consob alla magistratura ordinaria.Il caso Omnia Network - Omnia Network era un'azienda quotata a Piazza Affari fino al 17 aprile, quando la Borsa italiana ha sospeso il titolo a tempo indeterminato a causa di contestazioni sui bilanci 2007 e 2008 e del mancato aumento di capitale indispensabile ad assicurare la continuità aziendale. L'attività di call center del gruppo era affidata a tre controllate - Omnia Service center, Omnia group service e Vox2web - che a settembre del 2009 sono state cedute al prezzo di 29 milioni di euro alla società Alba Rental srl. La Consob ha chiesto chiarimenti sull'operazione ed è venuto fuori che il valore reale delle tre singole controllate era molto più basso: meno di 8 milioni di euro in tutto. Allora perché Alba Rental ha "pagato" quasi quattro volte di più?

Perché in realtà non ha versato un euro, ma ha avuto in cambio 20 milioni di crediti che le tre società vantavano nei confronti della controllante Omnia Network e 9 milioni risultato della compensazione di crediti tra azienda madre e società figlie. E poi perché ai vertici di Alba Rental c'erano due ex dirigenti delle società vendute e l'ex amministratore di Omnia Network, Alessandro Gili. Il 13 ottobre, comunque, Alba Rental ha ceduto a sua volta l'intero "pacco" alla società Voicity (amministratore sempre Gili). L'effetto finale è che Omnia Network si è liberata dei pesi e circa 2.500 suoi ex dipendenti, oggi Voicity, non vedono lo stipendio da mesi e cercano di ottenere qualche ammortizzatore sociale per andare avanti. Per la Omnia service center (un migliaio di operatori), inoltre, il 28 gennaio scorso la procura di Milano ha chiesto il fallimento per somme non versate al fisco. Il tribunale deciderà il 24 marzo.Il caso Omega (Eutelia-Agile-Phonemedia) - Sempre a Milano, martedì scorso, il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Sergio Spadaro hanno chiesto al tribunale il fallimento della società Libeccio. Si tratta della holding che controlla il gruppo Omega, quello che negli ultimi otto mesi ha rilevato le attività It di Eutelia, tramite Agile, e un'altra quindicina di società in difficoltà tra cui quelle del gruppo Phonemedia (12 call center in Italia ed altri in Argentina e Albania) e di Videoline 2. In tutte queste aziende, l'arrivo della gestione Omega ha avuto effetti micidiali per i lavoratori. Ai primi di ottobre all'Agile sono state avviate le procedure di licenziamento collettivo per quasi 1.200 persone. Nel settore dei call center sono stati sospesi gli stipendi (l'ultimo versato, in due tranches, è stato quello di settembre) e i versamenti dei contributi previdenziali. Le operazioni che hanno portato alla cessione del ramo d'azienda Eutelia ad Agile-Omega e dei contact center Phonemedia ancora a Omega seguono le stesse, misteriose dinamiche già viste nell'affare tra Omnia Network e Voicity (via Alba Rental).

Perché Omega si accolla debiti e spese di due gruppi in difficoltà, svolgendo sul mercato il ruolo dello "spazzino"? E chi c'è dietro i fondi inglesi che controllano la Libeccio e che gli stessi inquirenti ritengono scatole vuote intestate a prestanome di professione? Questi sono alcuni dei misteri per i quali i lavoratori chiedono risposte ai tribunali di mezza Italia, alle procure ed al governo.I nomi che ricorrono - Certo è che, come nel caso di Gili, alcuni nomi ricorrono in queste vicende e tra questi c'è quello del commercialista Sebastiano Liori. E' vicepresidente di Omnia Network fino al 5 agosto 2009, data in cui si dimette da tutte le cariche societarie. Lo si trova nella Ti-Cam, società che a marzo 2009 diventa azionista di riferimento (acquisendo il pacchetto di controllo dalla società Integra) di Omnia Network e che, in quanto tale, ad aprile dovrebbe procedere all'aumento di capitale richiesto dalla Consob. La ricapitalizzazione non viene fatta e Integra ottiene dal tribunale il sequestro delle azioni, tornando di fatto a controllare una Omnia network "alleggerita" di debiti e spese. Liori compare poi ai vertici dell'Agile, società alla quale Eutelia cede il "peso" dei 2.200 tecnici del settore It e call center. Lo si trova, infine, in Omega, socio di quel Claudio Marcello Massa (altro nome ricorrente) che ha riassunto così, in un'intervista al Giornale, la sua professione: "Ci occupiamo di aziende con problemi di indebitamento, liquidità o altro e ne studiamo le possibilità di ristrutturazione e rilancio". Un po' come il Wolf di "Pulp fiction", insomma, che di mestiere "risolveva problemi". Il "successo" di queste attività è testimoniato dalle aziende alleggerite di ogni peso possibile, ma anche dalle macerie occupazionali e sociali che, da Novara a Trapani, stanno rimanendo sul campo dopo il loro intervento.

Call center Phonemedia, oggi presidio a Bari


Call center Phonemedia, oggi presidio a Bari

22/02/2010


“Sciopero permanente per la persistente, drammatica situazione complessiva delle società del perimetro Phonemedia, che conta diverse migliaia di lavoratori in Italia, e quindi dell'azienda Multimedia Planet, con diverse centinaia di addetti in Puglia”. È quanto si legge in una nota della Slc pugliese, che parla di “stipendi non pagati da mesi che mettono in gravissima difficoltà i lavoratori colpiti nella loro dignità personale e professionale”. Oggi si tiene un sit-in di protesta dalle ore 15 alle 17 davanti alla sede del tribunale di Bari in piazza De Nicola.Affermano i segretari Maria Luigia Bucci (Slc Cgil Bari) e Giovanni Russo (Slc Cgil Puglia): “Solo un pronunciamento da parte dei giudici dei tribunali interessati sulla dichiarazione dello stato di insolvenza per Phonemedia, con relativo commissariamento (quindi amministrazione straordinaria) può aprire una fase nuova con l'attivazione di misure di sostegno al reddito, con ammortizzatori sociali in deroga, abbinati al rilancio occupazionale dei lavoratori in ambienti lavorativi sani”.

sabato 6 febbraio 2010

COMUNICATO SEGRETERIA NAZIONALE SLC CGIL su PHONEMEDIA


Dopo mesi di assoluto silenzio, ieri, i dirigenti del gruppo Omega spa hanno inviato alle OO.SS. una richiestadi apertura di tavoli regionali per la concessione di ammortizzatori sociali straordinari alle migliaia di dipendenti del call center di Phonemedia. Indifferenti ai drammi di donne e uomini lasciati da mesi senza retribuzione, incapaci di onorare qualsiasi impegno alla corresponsione degli stipendi ora, all.indomani della presentazione dell.istanza di insolvenza presentata presso il tribunale di Novara, questi signori si accorgono che forse ci sono migliaia di persone in serissime difficoltà che si pongono il problema degli ammortizzatori sociali! Tutto questo dopo esser di fatto fuggiti, lasciando le sedi aziendali totalmente sguarnite e creando le condizioni per la dispersione delle commesse. Non può sfuggire a nessuno la strumentalità ed il cinismo di questa richiesta che, di fatto, usa il bisogno dei lavoratori come manovra diversiva alla richiesta di commissariamento dell.azienda. Per quanto ci riguarda una proprietà che, sino ad oggi, ha volutamente lasciato i lavoratori sospesi nell.incertezza, arrivando addirittura a negare la giusta causa alle richieste di licenziamento avanzate da persone che, non sapendo più come far fronte alla difficoltà di vivere senza stipendio, speravano così di poter essere liberi di cercare un.altra occupazione magari ottenendo l'indennità di disoccupazione, è totalmente screditata!

La segreteria nazionale SLC-CGIL

Gli "okkupati" di Phonemedia da 130 giorni senza stipendio

il corriere della sera
5 Febbraio 2010


La protesta degli operatori del colosso nel settore dei call center con l'incubo del fallimento
Coinvolti Sette mila lavoratori, da Catanzaro a Novara. La protesta degli operatori del colosso nel settore dei call center con l'incubo del fallimento

MILANO - Sette mila lavoratori, da Catanzaro a Novara, senza stipendio da quattro mesi. Sono gli operatori di Phonemedia, azienda fondata nel 2002 da Fabrizio Cazzago e diventata nel giro di pochi anni un colosso nel settore dei call center, almeno così sembrava: clienti come Telecom, Enel, Vodafone, Avon, Seat ma anche Regioni, Asl e Comuni. Tutto pare andare per il meglio, tanto che l'azienda arriva ad aprire succursali fino in Argentina e in Albania; ma a fine 2008, complice la crisi economica, qualcosa cambia: gli stipendi iniziano a essere pagati in due tranche, Cazzago si sfila e a luglio 2009 cede Phonemedia nelle mani di Omega Spa, già nota per altre acquisizioni come quella di Agile, finita con un migliaio di licenziamenti.

LA PROTESTA - Non basta: i lavoratori denunciano ritardi nel pagamento dei contributi, il mancato versamento del Tfr e, da settembre 2009, cominciano a non ricevere più un euro. Il lavoro c'è, le commesse non mancano, eppure nessuno li paga e allora inizia la protesta: i dipendenti occupano con le brande le sedi di lavoro. A Novara l'occupazione dura ormai da più di due mesi. Per gli operatori niente mobilità e, finora, niente cassa integrazione nonostante - notizia delle ultime ore - Omega, dopo la richiesta di insolvenza avanzata dai sindacati, abbia dato la propria disponibilità a discutere la cig a livello regionale: un 'ipotesi che allarma ancora di più i lavoratori, perché avvicinerebbe una possibile istanza di fallimento.
G. Alari e G. Gaetano