Intervista a Signora Lina, titolare della Ex Genny Services
La Genny Services, call center di proprietà della signora Raffaela Floris nasce nel 2004.
E’ stato uno dei primi call center outbound a Cagliari, ed è sempre rimasto in prima linea, vendendo per Telecom qualsiasi prodotto,dalla fonia alla adsl ai pc.
Nel 2007,ad aprile, decide di stabilizzare tutti i dipendenti. Seguono due mesi di scarsa produzione che non raggiungendo gli obbiettivi causano all’azienda la perdita della commessa.
Seguono trattative sindacali, una nuova commessa ad Agosto con un nuovo gestore, non remunerativa, a causa della scarsa produzione, con il conseguente licenziamento collettivo e la stessa messa in liquidazione della Genny.
Avrebbe mai pensato che con la stabilizzazione ci avrebbe rimesso? E perché ci ha rimesso?
Non c’era produzione, l’assenteismo dilagava. Il 30% dei dipendenti si metteva in malattia e abusava dei permessi. Tra Settembre e Ottobre abbiamo perso circa 70 mila euro. Le liste non sono la causa del fallimento della Società, la crisi infatti è cominciata da un gruppetto di dipendenti che non producevano contratti, pensando di portarsi comunque lo stipendio a casa. Questi dipendenti alimentavano solo attriti con la maggioranza dei dipendenti che produceva, e conflitti sterili contro la Società.
Il sindacato e i suoi delegati in azienda le hanno creato problemi?
Si. Perché i delegati hanno contribuito a creare un clima di disturbo, diffondendo la teoria di un pensiero negativo che considerava solo i diritti e non i doveri, facendo passare il messaggio che pur non attivando nulla gli operatori avevano comunque diritto allo stipendio. Nella fase di trattativa sui licenziamenti collettivi i sindacati sono spariti, poiché non hanno risposto alle nostre raccomandate entro una settimana, dimostrando scarso interessa verso i lavoratori e la Società. Durante la fase iniziale delle trattative sindacali, chiedemmo una riduzione del personale da 10 a 15 dipendenti che ci fu negata. I Sindacati si opposero. Solo il passaggio da 65 a 45 dipendenti avrebbe permesso la sopravvivenza della Società.
Molti operatori si lamentavano nel periodo critico che lei non fosse quasi mai presente in azienda, che non fornisse spiegazioni e rassicurazioni.
No, io ho sempre parlato con tutti, le informazioni c’erano, sono sempre stata disposta a fare riunioni e incontrare tutti i dipendenti, non ho mai fatto tante riunioni come in quel periodo. Poi, c’eravate anche voi delegati a diffondere le notizie. C’era una bacheca sempre aggiornata, al contrario di ciò che sostengono alcuni dipendenti che vivevano fino all’ultimo l’illusione di prendere per anni e anni una presunta mobilità.
Nella maggior parte dei casi,un operatore che ha lavorato in vari callcenters, descrive sempre i TeamLeaders e i Supervisors precedenti come delle iene. Lei interveniva nel rapporto tra i suoi subordinati e gli operatori o non si occupato di queste dinamiche? E’ capitato che qualche operatore le facesse delle rimostranze?
No. Non sono mai accaduti problemi simili, in tanti anni che era attivo il CallCenter non ho mai affrontato simili lamentele.
Cosa pensa del diritto di un lavoratore a mettersi in malattia?
Il diritto alla malattia è sacrosanto, nessuno può permettersi di negarlo. È l’abuso che se ne fa delle malattie che è controproducente per l’azienda. Pensate che a Settembre una sindacalista per giustificare i molteplici casi di malattie, affermava che erano dovute ad un influenza generalizzata! Se su 60 persone 20 sono in malattia, un azienda muore!
Nella fase di crisi della Genny Services, appena persa la commessa, lei si è mai sentita tradita dal comportamento degli operatori?
Nel momento in cui la Società vi consegnava le lettere di contestazione per la scarsa produzione, voi dipendenti producevate ancora di meno, invece di ricominciare a lavorare per risollevare le sorti della Società.
Ispettorato al lavoro: istituzione statale utile al lavoratore e al datore di lavoro. Esprima un giudizio.
I fini e le funzioni dell’ispettorato del lavoro, nascono per tutelare in maniera unilaterale solo i diritti del lavoratore, non certo il datore di lavoro.
Cosa vede nel futuro di un operatore telefonico? Se lei fosse giovane oggi lo farebbe o ne cercherebbe un altro?
Quando ero giovane e studentessa, ho fatto qualsiasi lavoro, di tutto, per migliorare la mia condizione sociale. Il lavoratore deve trovare “individualmente” la strada per migliorare le proprie condizioni di vita lavorativa.
Considero il futuro mondo dei callcenter quello dell’Inbound. Con la tendenza delle nuove leggi l’Outbound tenderà a scomparire, cancellando tutto il settore della vendita.
C’è qualcosa che potendo tornare indietro eviterebbe di fare o cercherebbe di fare meglio?
No. Non ho sbagliato nulla, ho fatto solo gli interessi della Società e dei miei dipendenti.