domenica 28 settembre 2008

Inchiesta sui call center



Da Rassegna.it

4 commenti:

Precari in Linea ha detto...

Il sindacato in piazza
La Cgil mette il governo nell'angolo

Per il sindacato sono scese in piazza "un milione di persone". Chiedono un'altra economia e un'altra idea di società. Messaggio forte e chiaro: "il monologo di Berlusconi è finito"

di Davide Orecchio
diritti in piazza (immagini di Davide Orecchio)

Non c'è niente da fare: quando l'organizzazione sociale più radicata nel nostro Paese si muove, tutti alla fine devono fare i conti con cifre a tre o più zeri. E' andata così anche questa volta, anche questo sabato 27 settembre in cui la Cgil ha portato "i diritti in piazza" (questo il logo dell'iniziativa). A metà giornata, quando ancora mancavano le importanti iniziative del pomeriggio (Milano su tutte, ma anche la Sardegna), l'ufficio stampa della Cgil aveva diramato una nota che evidenziava l'"altissima partecipazione di lavoratori, giovani e pensionati alle iniziative di mobilitazione". Poi sono arrivate anche le cifre di Milano: 15 mila persone in piazzetta San Carlo, e poi quelle di Pesaro (1500) e di Gela (5 mila). E alla fine della giornata in confederazione si parla di un milione di persone in piazza.

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Insomma l'Italia si è un po' tinta di rosso, grazie alle bandiere del sindacato. E non succedeva da un bel po'. Dovendo fare un titolo giornalistico potremmo scrivere: "Autunno caldo, capitolo uno". O, ancora meglio: "La Cgil esce dall'angolo", alludendo a come nel giro di pochi giorni si sia capovolta la situazione, con un nuovo e migliore accordo siglato per l'Alitalia anche grazie alla capacità negoziale della confederazione di Corso d'Italia, e appunto con le manifestazioni di oggi. La Cgil esce dall'angolo e nell'angolo ci mette il governo, e (come ha scandito Guglielmo Epifani durante il suo comizio romano) manda un messaggio forte e chiaro a Berlusconi, Tremonti, Sacconi, Brunetta (per inciso fischiatissimo) & co: è tempo di svegliarsi, di cambiare, perché lavoratori e pensionati "non possono più aspettare". In altri articoli pubblicati da Rassegna Sindacale nel suo numero speciale e riportati sul nostro sito (vedi l'area "correlati"), i dirigenti della confederazione spiegano i motivi della mobilitazione, la difficilissima partita che si apre col governo su temi nevralgici che riguardano la vita di tutti noi (mercato del lavoro, scuola, mezzogiorno e via elencando). Invitiamo tutti a leggerli, per capire cosa sta succedendo in Italia.

E così, mentre Berlusconi si rilassa e cura la sciatica in un esclusivo resort umbro, molti italiani che lavorano hanno sacrificato un sabato di festa per dire al Cavaliere, ma anche a questo Paese molto distratto e intorpidito, che c'è un fronte, c'è un argine, c'è un'altra idea di società in campo. Le cifre sulle 150 piazze sono alte e rassicuranti: in 50 mila nella sola Emilia Romagna con 20 mila persone a Bologna. Per le vie di Napoli hanno sfilato in corteo 30 mila persone, 20 mila al corteo di Palermo e sempre in Sicilia 6 mila alla manifestazione di Catania e 4 mila a quella di Messina. A Roma in 15 mila hanno seguito a Piazza Farnese il comizio di Guglielmo Epifani. A Genova da questa mattina in 10 mila hanno aderito alla manifestazione di piazza Caricamento, mentre a La Spezia sono in 5 mila. "In pieno svolgimento - informa ancora la Cgil - anche le manifestazioni nelle piazze dei nove capoluoghi della Toscana dove complessivamente partecipano circa 20 mila lavoratori. Di rilievo la partecipazione a Reggio Emilia dove sono scesi in piazza in 5mila. In Puglia, a Bari oltre 3 mila lavoratori e 5 mila a Taranto. Grande la partecipazione anche in Basilicata, dove a Potenza stanno manifestando in 3 mila. In Umbria a Perugia si contano circa 3mila lavoratori".

Siccome ognuna di queste 150 piazze ha la sua importanza, e i suoi fatti e le sue parole da raccontare, rimandiamo i lettori al nostro notiziario della giornata per saperne di più. Solo un breve excursus sul comizio romano di Epifani (qui l'articolo integrale), per ricordare che il segretario generale ha chiesto una svolta nella politica economica dell'esecutivo, annunciando lo sciopero generale della scuola pubblica se il ministro Gelmini non si fermerà, e richiamando tutti alla difesa del pubblico impiego, dei salari, dell’informazione. Con un forte richiamo ai valori della Costituzione. Nella piazza storica della capitale lo ascoltavano in 15 mila: “La nostra parola d’ordine – ha ricordato Epifani – è chiedere una svolta della politica economica. Il governo si deve svegliare, e deve capire quello che succede nel paese, con una gravissima crisi dell’occupazione e quella dei salari. Sono questi i problemi fondamentali delle famiglie italiane, e su questo non ci risulta nessuna azione” da parte dell’esecutivo.

Nel corso di questo 27 settembre sono state pronunciate molte analisi importanti da parte dei dirigenti sindacali. Ma forse la cosa più lucida e intelligente è stata detta a Palermo, dal segretario generale della Cgil Sicilia Italo Tripi: "Il monologo del governo Berlusconi è finito". E' proprio così. La Cgil ha parlato. Adesso si attendono altre voci.

27/09/2008 15:10

Anonimo ha detto...

CRISI CALL CENTER ITALIA E RADIO CALL SERVICE: CGIL UIL E UGL RIGETTANO I LICENZIAMENTI

Politica(30/09/2008) - Mercato dei call center falsato in Sicilia dal mancato rispetto delle regole da parte degli operatori di settore. A denunciarlo sono le segreterie provinciali di Cgil Uil e Ugl insieme a quelle di settore SLC, Uilcom e Ugl Com intervenendo sulla vertenza dei due Call center di Piraino e Palermo facenti capo all’imprenditore Pizzino, Radio Call Service e Call Center Italia. Il primo allarme per le due aziende era scattato prima dell’estate in concomitanza con la crisi dell’altra azienda dell’imprenditore Pizzino, la camiceria Castello, poi rientrata. Dopo giorni di trattativa, ad Agosto l’allarme chiusura per i due call center sembrava risolto grazie ad una dilazione nel pagamento dei debiti accordata da parte della Montepaschi Serit, soluzione non andata a buon fine. Nei giorni scorsi le due aziende, denunciando il perdurante problema di liquidità, hanno comunicato ai 60 lavoratori il licenziamento a far data dal 16 ottobre e l’avvio delle procedure di mobilità. Ieri sera, su richiesta delle organizzazioni sindacali, si è tenuto un incontro formale al quale erano presenti per la Cgil Biagio Oriti, segretario generale della Slc Messina, per la Uil Carlo Miracola responsabile di zona per la UGL Nuccio Ricciarello responsabile zonale, nel corso del quale i sindacati hanno respinto con fermezza i licenziamenti e hanno immediatamente chiesto all’Assessorato regionale al lavoro l’attivazione di un Tavolo per la gestione della vertenza. Secondo quanto evidenziato dagli amministratori, le due aziende si troverebbero nell’attuale situazione di crisi per mancanza di liquidità e per le gravi distorsioni nel settore dei Call center nel quale operano imprese che non applicano i regolari contratti ai propri dipendenti. Per Cgil Uil e Ugl si rende necessario quindi ripristinare la correttezza e il rispetto delle regole nel settore dei call center sia a tutela di tutti i lavoratori sia a tutela delle aziende che invece applicano le previste condizioni contrattuali e che oggi si trovano fuori mercato.

Anonimo ha detto...

H3G: si profila lo sciopero nazionale dei dipendenti. Il 3 ottobre inizia la procedura per i primi licenziamenti

News 30 Settembre 2008

In questi giorni rimbalzano sempre più le voci sui tagli ai dipendenti dichiarati da Vincenzo Novari, A.D. di 3 Italia. Dopo il comunicato unificato di SLC - CGIL, FISTel - CISL e UILCOM - UIL del 23 settembre scorso oggi dalle note stampa si profila lo sciopero nazionale dei dipendenti H3G.

Le stesse fonti sindacali hanno rilasciato dopo l’incontro di ieri con la società di Trezzano -a cui hanno partecipato le segreterie nazionali di Slc, Fistel, Uilcom e il Coordinamento Nazionale delle RSU - un comunicato in cui si spiegano le ragioni della frattura tra azienda ed esigenze degli occupati. Intanto fissata la data per l’inizio della procedura per i primi 350 licenziamenti, sarà il 3 ottobre.

“Durante l’incontro l’azienda ha comunicato - si legge nella nota di SLC - la necessità di ridurre i costi del lavoro al fine di poter continuare a garantire tramite l’intervento delle proprietà ulteriori investimenti in Italia, in particolare attraverso nuove offerte commerciali. Ha quindi indicato in 450 unità gli esuberi complessivi, 350 dei quali quadri e impiegati (gli altri 100 sarebbero dirigenti e consulenti esterni), operanti in tutta Italia, senza fornire al momento i razionali del piano di riorganizzazione”.

Forte la posizione sindacale: Alessandro Genovesi dalla segreteria nazionale di Slc/Cgil ha sottolineato che “[...] come Sindacato ci dichiariamo contrari a questi esuberi in quanto sembra prevalere una logica di mero risparmio sulla pelle dei lavoratori e non di rilancio dell’azienda”.
Sono stati inoltre sollecitati chiarimenti rispetto all’esclusione dai processi di riorganizzazione dei customer care, come del resto dichiarato anche dalla stessa comunicazione ai dipendenti dell’Amministratore Delegato. Sul punto 3 Italia ha chiarito che per i lavoratori dei call center esclusi al momento dalla riorganizzazione si intendono, allo stato attuale ed esclusivamente gli operatori in cuffia (circa 1200 unità), ma non gli altri operatori del customer impiegati su frodi, reclami, ecc.
Infatti dalle dichiarazioni di 3 Italia al tavolo con i rappresentati dei lavoratori si evince che la strategia dell’azienda sarà sempre più concentrata a “lavorare internamente” solo i clienti maggiormente spendenti (circa 3 milioni sugli attuali 9), esternalizzando tutto il resto. In conclusione dell’incontro è stato infine comunicato che venerdì 3 ottobre sarà formalmente aperta la procedura ai sensi della legge 223/91 per i 350 licenziamenti collettivi. A quel punto vi saranno circa 60 giorni per ricercare un eventuale accordo in sede aziendale o in sede di Ministero del Lavoro.
“Denunciamo il grave comportamento dell’azienda che inaugura una logica di mero risparmio che mette a rischio il futuro di tutti i dipendenti – afferma ancora Genovesi -. Giudichiamo l’attuale management inaffidabile: incolpa il Governo, le diverse Autorità e la Commissione Europea se l’azienda va male e fa pagare il conto ai lavoratori. Come se, invece, errori sugli investimenti (DVBH, Pupillo, ecc.) e sulla gestione di impresa non dipendessero prima di tutto da chi ha guidato e guida l’azienda. Oggi vengono licenziati 350 lavoratori di alto livello (quasi tutti giovani, con una famiglia appena creata) – prosegue il sindacalista - domani verranno esternalizzati anche gli ultimi tecnici di rete, dopodomani tutti possono, a questo punto, essere venduti, licenziati o esternalizzati. In un’azienda sempre più virtuale, cui unico valore sarebbe rappresentato dai clienti ad alto valore e dal marchio. Pertanto, per avere un piano industriale serio e coerente, per avere garanzie occupazionali per tutti i lavoratori, per evitare lo smembramento pezzo per pezzo dell’azienda, per tutelare gli attuali livelli occupazionali e contro ogni forma di discriminazione, come Segreterie Nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, congiuntamente con il Coordinamento Nazionale delle RSU, abbiamo deciso di aprire formalmente lo stato di agitazione e le procedure per lo sciopero nazionale di tutte le sedi di H3G”.

Anonimo ha detto...

ALITALIA: UGL, A RISCHIO STIPENDI DIPENDENTI CALL CENTER ALICOS

(ASCA) - Palermo, 6 ott - Forte preoccupazione viene espressa dal segretario provinciale di Palermo dell'Ugl Telecomunicazioni, Antonio Vitti, per le sorti occupazionali dei 1.600 dipendenti della sede palermitana di Alicos, azienda partecipata per il 60% dal gruppo Almaviva e per il 40% da Alitalia.

''L'azienda - spiega Vitti - ha comunicato, ai lavoratori e al sindacato, uno stato di gravi difficolta' economiche, dovute ai mancati pagamenti da parte di Alitalia per circa 7 milioni di euro: una vera e propria emergenza per la quale ho chiesto, congiuntamente al coordinatore nazionale Almaviva dell'Ugl Claudio Marchesini, l'apertura di un tavolo istituzionale sia a livello locale che nazionale''.

L'Ugl incontrera' i lavoratori dopodomani 8 ottobre, presso la sede dell'azienda in via Cordova 76, nel corso di un ciclo di assemblee indette dallo stesso sindacato, che si svolgeranno ininterrottamente dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 18,30.

dod/rus/alf

(Asca)